I giorni della merla fra storia, leggenda e tradizione

di GIAMPIETRO DE ANGELIS –

«C’era una volta, molto tempo fa, che gennaio aveva solo 28 giorni. Ed era freddo, ma freddo da non poterne più. Tanto freddo e poca luce: davvero triste. Tant’è che una merla, che si sentiva perseguitata, decise di ingannarlo. Gennaio, appena la vedeva, esasperava il freddo fino a gelare ogni cosa. La merla fece una gran provvista di cibo e si nascose per tutto il tempo nel proprio nido. Uscì allo scadere del ventottesimo giorno. Felice d’aver vinto, cantò di gioia. Ma gennaio, non affatto disposto a perdere, ed infido com’era, si accordò con febbraio appena arrivato, chiedendogli d’aspettare ad entrare facendosi prestare tre giorni che tenne per sé, divenendo mese di 31 giorni. In quei tre giorni presi con l’astuzia scatenò tutto il maltempo che poteva, per potersi vendicare. Ci furono tempeste di neve, pioggia, temperature gelide. La merla, presa alla sprovvista, cercò di ripararsi come poteva, alla bella e meglio. Si infilò in un camino e vi rimase tre giorni esatti. Fu salva. Uscì di nuovo ma la sorpresa fu di vedere il colore del piumaggio completamente cambiato, avendo assorbito il grigio fumo della fuliggine. Fu così che la merla si differenziò dal merlo. La femmina tutta grigia, dal colore spento ed opaco, becco compreso, mentre il maschio continuava ad avere un bel piumaggio elegantemente portato, nero lucido con becco giallo-arancio. Così nacquero i giorni della merla, i più freddi dell’anno. Che ogni anno sarebbero tornati a tormentare cose e persone. Ed animali».

È solo una delle tante leggende che cercano di dare un’origine mitica o favolistica alla famosa tradizione che vorrebbe gli ultimi tre giorni del mese come i più freddi dell’anno. A dire il vero, nella realtà le cose sono diverse. Non c’è vera corrispondenza meteorologica, salvo bizzarre coincidenze, possibili e casuali. Ma come quasi sempre accade, ci piace dare come veri i motti e tradizioni. Ed è bene che sia così. È uno dei modi per mantenere vivi anche ricordi o certe usanze. Immaginiamo i bambini che stanno ad ascoltare la nonna che assicura sia verissimo tant’è che lei … e giù con aneddoti a profusione che incanteranno e che, se non altro, abitueranno i ragazzini ad avere considerazione e rispetto per la natura.

È bene sapere che la tradizione viene considerata un po’ dappertutto in Italia ma dando all’origine della locuzione storie diverse. In ogni caso, queste leggende sono davvero antiche. Sono interi secoli che si guarda ai tre giorni della merla con il timore di gelate terribili. Sono nate bellissime filastrocche da leggere ai bambini, facilmente reperibili su internet.

Chiudiamo con l’ultima quartina di una di queste:
Ma ‘sto freddo non va via:
gela tutto, mamma mia!
Più pungente di una sberla:
sono i giorni della merla!

(“Giorni della merla” di Jolanda Restano)

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