Tempi duri per la Befana di Arquata del Tronto

di VITTORIO CAMACCI –

Anche quest’anno l’anziana Befana di Arquata sta sistemando le ultime cosette all’interno del sacco ed ha revisionato la sua vecchia scopa volante. Per lei l’età sta diventando un problema: è ingrassata una decina di chili per via di un’alimentazione troppo ricca di grassi. Certo a forza di far niente dentro la sua casetta di legno truciolato, ricevendo innumerevoli inviti a pranzi e cene ed ogni ben di Dio in regalo ha sviluppato un leggero diabete, ed anche un’artrosi importante a piedi e mani per la condensa umida che gli entra nelle ossa ed ora ha una gobba ancor più pronunciata e dolorante, oltre ad un perenne raffreddore dovuto all’aria gelida sul viso appena esce a fare le sue innumerevoli interviste alle quali tiene molto, tanto è vanitosa e saputella. Quest’estate era stata dal dottore che le aveva prescritto una cura a base di fanghi e inalazioni ad Acquasanta, ma non c’era potuta andare per via di decine di cantieri che rendevano troppo difficoltoso l’ accesso alle terme.

Ora, malgrado tutto questo freddo e le bufere di neve, deve iniziare il giro delle tredici frazioni, per lanciare caramelle e regali ai bambini (senza più distinzioni tra buoni e cattivi – ahimè! – ma tra poveri e ricchi, solo che lei sbaglia sempre e, forse volutamente, regala solo ai bimbi ricchi, tanto i poveri ormai sono pochi e si arrangiano lo stesso come sempre). Ma non crediate sia semplice, le insidie sono all’ordine del giorno, soprattutto perché alcune frazioni non ci sono più, sparite, e lei non sa dove lasciare i regali. Dove è rimasto qualcosa in piedi in alcune case, ormai non abita più nessuno e la povera Befana di Arquata dovrà girare più di mezza provincia per ritrovare tutti i bambini del suo comune sparsi nella vallata. Infine, la maggior parte dei bambini ora abita nei villaggi prefabbricati, in casine moderne che si chiamano SAE. Esse non hanno più i classici camini e bisogna stare attenta a non finire risucchiata nelle caldaie a gas o nei termosifoni, o peggio ancora inciampare sulle antenne dei tetti di legno e catrame e fare tanto rumore da finire di essere scoperta o scambiata per una ladruncola.

Addirittura lo scorso anno, durante il primo atterraggio su di una SAE di un bambino meritevole, la Befana è rimasta incastrata in un minuscolo camino. Per fortuna quella sera i pompieri si trovavano nei paraggi e sono andati in suo soccorso, l’hanno afferrata per le mani estraendola con forza: non potete neanche immaginare le urla della povera vecchia. Se tutto va bene quest’anno gli ultimi regali verranno recapitati i primi di marzo, con un notevole ritardo. Già, ma ormai qui è tutto in ritardo. Qualcuno le ha consigliato di trovarsi un’aiutante, ma lei desidera essere la star assoluta e non vuole nessuno ad oscurare la sua fama. Quindi miei cari bambini prepariamoci ad accoglierla nel miglior modo possibile, con tante adulazioni e leccate di piedi, la notte tra il cinque e il sei gennaio: sistemiamo la tavola, stendiamo il tovagliolo con sopra un piatto di minestra calda, visto che i denti li ha consumati divorando tutto in mille pranzetti e cenette, facciamogli trovare anche una caraffa di vino – quello gli piace tanto e ne tracanna a volontà – qualche dolcetto, mandarini e magari un’aspirina, visti i suoi innumerevoli mal di testa dovuti alle infinite proteste che riceve da tutti quelli che sono stati omaggiati solo con cenere e carbone. Appendiamo le calze e se avete miracolosamente ancora una casa provvista di un camino cercate di pulire la cappa prima della sua discesa altrimenti la Befana paffutella non passerà nel pertugio. Buon lavoro mia cara Befana arquatana, tempi duri per te!

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