Cracking Art, ecco perché ne parliamo soltanto adesso

foto di ©Umberto Candiani

di ROSITA SPINOZZI –

I bambini hanno sempre ragione. Cronaca di una favola pop, tra memoria e futuro. Benvenuta Cracking Art –

La notizia non è nuova, ma sono disposta a correre il rischio di apparire “anacronistica” se l’argomento in questione è relativo il progetto di arte pubblica  “Cracking Art. Arte rigenerante” che, dal 7 luglio al 30 settembre, vede protagonisti due luoghi emblematici come il Giardino “Nuttate de Lune” di San Benedetto del Tronto che ospita uno stormo di rondini, e la Fortezza Medievale di Acquaviva Picena in cui primeggiano due elefanti blu, mentre fanno capolino dalla cinta muraria un branco di lupi e nel cortile c’è un allegro esercito di suricati. Il Graffio è una testata giornalistica atipica, lo avrete capito fin dal primo impatto, ed è caratterizzata da una forte connotazione culturale che, spesso e volentieri, occupa i nostri “primi piani”. Non abbiamo la smania di dare per primi la notizia, di fare la gara a chi è più veloce nel mettere i comunicati in rete (noi li selezioniamo), di tuffarci in diatribe politiche spesso pretestuose che non vanno incontro alle reali necessità dei cittadini, a prescindere dal colore politico da cui provengono. A noi interessa capire, e qualche volta andare un po’ oltre la notizia, pur rispettando il tempismo che l’attività giornalistica richiede.

Questa premessa era doverosa per comprendere le motivazioni per cui parliamo soltanto adesso del collettivo “Cracking Art”, a clamori smorzati. Già perché questi giganteschi e variopinti animali inizialmente si erano trasformati, a loro insaputa, in un “caso politico”, un ennesimo espediente per il quale dirsene di santa ragione. E non solo. Sono state pronuniciate – e scritte – battute becere sullo stormo di rondini definite maliziosamente “uccelli” e addirittura “passere scopaiole” (Lupo Alberto docet). Le signore che poi  hanno espresso un parere positivo, inevitabilmente sono state investite dalla più idiota delle battute: “ti piacciono gli uccelli”. Di problemi da risolvere la nostra città ne ha veramente tanti, ma nei giorni successivi l’inaugurazione, tutto sembrava ruotare intorno a questo grazioso ed ignaro stormo di rondini. Stessa sorte per Acquaviva Picena. Facebook, poi, si sa, amplifica la faccenda. Improvvisamente sono diventati tutti esperti d’arte.

Da un punto di vista personale, all’inizio non avrei saputo dare una risposta immediata alla domanda “ti piacciono?”. La politica qui non c’entra nulla. L’arte è arte, non sto a guardare la fonte politica da cui proviene, ma il progetto in sé. Così ho osservato bene le rondini, da lontano poi da vicino. Ho preso confidenza. Mi sono fidata dell’indubbio spessore culturale degli organizzatori (curatela di Stefano Papetti, Elisa Mori e Giorgia Berardinelli). Poi improvvisamente il colpo di fulmine. È arrivato quando ho visto i bambini correre sull’area verde che sorge accanto la foce del fiume Albula, e interagire con i giganteschi animali di plastica che di notte s’illuminano. Ho osservato i loro sguardi divertiti, sentito le loro risate e assistito ai loro buffi tentativi di salire in groppa agli animali. Ed ho visto anche adulti tornare bambini, adolescenti confidarsi seduti ai piedi delle rondini, divenute silenziose custodi dei loro “segreti”. Per un attimo persino i selfie sono passati in secondo piano. Mio nipote Edoardo, nove anni, ha detto che “sono meglio dei dinosauri perché hanno lo sguardo buono”. I bambini non sbagliano mai, in loro – e nei pazzi – c’è la verità (Sant’Agostino docet).

Per la cronaca: le opere di Cracking Art hanno un ciclo di vita molto lungo, ma in realtà non muoiono mai, perché la plastica utilizzata per realizzarle viene continuamente rigenerata e quindi ri-usata per comporre altre opere. In sintesi una “favola contemporanea dall’estetica pop”, un ponte che unisce la memoria storica di un luogo al futuro.

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