E vissero tutti felini e contenti

di ROSITA SPINOZZI –

Sul web la fantasia non conosce limiti in fatto di tendenze. Dopo esserci lasciati alle spalle il trend delle sopracciglia a tema natalizio, è arrivato il Cheeky Exploits che consiste nel postare, soprattutto su Instagram, foto di spalle con il sedere nudo immersi in paesaggi mozzafiato, ma anche interessanti scenari urbani. Ebbene, non finisce qui. Perché, come dicevamo, la fantasia degli internauti è sconfinata e il web ha sempre fame di novità. Ed ecco arrivare la nuova, curiosa, bizzarra particolarità del momento: appoggiare sul capo il proprio gatto come se fosse un cappello, e il gioco è fatto. Basta una fotografia, ritenuta divertente, ed è subito moda. Gli scatti si susseguono sul web, e c’è chi ha “trasformato” il proprio micio in un colbacco, chi è diventato Batman, chi imita l’effetto di una parrucca che farebbe diventare verde d’invidia persino mister Trump, il presidente più tricologicamente imbarazzante che ci sia (ma anche Berlusconi e Kim Jon-un non scherzano!), chi invece simula gioiosi copricapi dalle più svariate fogge. E pare anche che i gatti gradiscano, a giudicare dalle espressioni in foto. Sembrano complici, addirittura partecipi. Sembrano, appunto. Magari se avessero il dono della parola qualche epiteto non proprio edificante lo direbbero pure. Ma tant’è che, intelligenti come sono, assecondano i loro padroni e magari si fanno anche quattro risate sotto i baffi. Perché, diciamolo pure, saranno foto simpatiche ma i protagonisti degli scatti assumono un’aria un pochettino ridicola. Il gatto no. Il gatto è superiore. E nonostante la buffa postura a cui è “costretto” per il virale scatto, mantiene intatta la sua bellezza. Del resto sono abituati ad accoccolarsi nei posti più disparati, quindi che problema c’è? E facciamolo contento, penseranno. La tendenza del micio in testa – non ha un nome, strano ma vero – è soltanto un gioco e non ha nulla a che vedere con il significato che i giapponesi attribuiscono ai gatti, animali da loro amatissimi e considerati portatori di buona fortuna. Per il popolo giapponese, “indossare un gatto” è come dire “fingere un comportamento cordiale e mite, mentre in realtà si ha un comportamento diverso”.  Un po’ come i gatti che, pur apparendo docili, possono tirare fuori gli artigli in qualsiasi momento e graffiare. Motivo per cui, meglio non sfoggiare il copricapo peloso in terra giapponese, onde evitare di essere fraintesi. In Italia, invece, è un’altra storia. E vissero tutti felini e contenti.