Dicono che porti fortuna… cronache della notte di Capodanno

di ROSITA SPINOZZI –

Il giorno dopo Capodanno, oltre l’emicrania, c’è tanta voglia di normalità. In fondo nulla è cambiato, ci accorgiamo di essere sempre gli stessi, e tra breve l’euforia natalizia si spegnerà come le tante lucine intermittenti che fanno da gioiosa cornice a case e negozi. Ma non ci spegneremo noi. Perché è nella vita di tutti i giorni, celebrata da Jovanotti nella sua ultima canzone, che noi possiamo trarre energia cercando di viverla il più possibile vicina alle nostre aspettative. Con un piccolo sforzo, con un pizzico di coraggio in più, il nostro invito per il nuovo anno è quello che ognuno, nonostante l’attuale difficoltà del vivere quotidiano, possa ricordarsi di se stesso. A San Benedetto del Tronto molti hanno trascorso il Capodanno in casa di amici, tra cibo e caminetto (chi ce l’ha) acceso, per poi brindare in Piazza Giorgini dove sono state registrate oltre tremila presenze. A prescindere da chi c’è sul palco, le festività uniscono e anche una cover di Natale, per scontata che sia, può sortire un effetto benefico. Poi c’è anche chi ha preferito il tradizionale veglione, chi è andato a cenare in qualche locale più tranquillo, chi si è rifugiato in montagna. Chi è rimasto a casa da solo, e chi si è ritrovato con l’amaro in bocca perché qualcosa o qualcuno (petardo o persona? Ancora da stabilire) gli ha incendiato la recinzione del proprio cantiere sito tra via Pizzi e via San Martino, in pieno centro di San Benedetto. Per fortuna non ci sono state conseguenze, ma conoscendo la persone “vittime” di questo incidente, so bene quanto psicologicamente ne siano state provate. Per amore dei bambini, però, un sorriso non è mancato e il Capodanno ha fatto il suo normale corso. Anche il Pronto Soccorso ha avuto il suo daffare con le richieste di emergenza, tra cui due intossicati dall’alcool e un ferito dal lancio di petardi. Episodi che, purtroppo, stanno diventando un classico di ogni anno. L’ordinanza sui botti non ha sortito il dovuto effetto, lo hanno dimostrato petardi e similari “ordigni” che hanno fatto il loro rumoroso ingresso nella notte. Tutt’altra “musica” a Macerata, dove si è rivelata vincente un’idea parecchio originale: festeggiare l’arrivo del 2018 con brindisi e menù tali da abbracciare tutto il mondo ad orari diversi, in base al fuso del Paese prescelto.Tredici i locali aderenti, undici gli Stati del mondo, tredici gli orari in cui è scoccata la mezzanotte, allietata da intrattenimenti che hanno accontentato tutte le varie fasce d’età. Un messaggio di unione in tempi che ci vorrebbero divisi. E mentre pensavo a tutte queste cose,  tornando a casa ho assistito in diretta alla deposizione di un piccolo “cadeau”: un simpatico cagnolino solitario ha pensato di lasciare un suo contributo sul mio tappeto rosso. Casa e redazione sono confinanti, e lui ha colto bene la mira fra entrambe. Per un attimo il nostro sguardo si è incrociato, mi è scappato un sorriso. L’ho lasciato fare, tanto poi andrò a pulire. Mi è venuto subito in mente l’augurio che il prof.Gennari è solito rivolgermi in francese, sua lingua prediletta (“merde!merde!”), e quello dei miei parenti argentini (mucha mierda!). Tutto sommato, l’anno è cominciato bene. La telecamera di sorveglianza ha fatto il suo dovere immortalando l’attimo fuggente. Il cagnolino, colto sul fatto, timidamente se n’è andato. Ma non prima di aver concluso l’opera. Dicono che porti fortuna… Speriamo che questo sia un anno “graffiante” per tutti. Buon 2018!