Tod’s apre ad Arquata. Il lavoro e la speranza

di MASSIMO CONSORTI –

ARQUATA DEL TRONTO – Diego Della Valle ha mantenuto la parola, parlare di promessa ci sembrerebbe una sottovalutazione, un vezzo molto politico e poco umano. Nel giro di un anno ha investito 10 milioni di euro: ha acquistato (di tasca sua) i terreni, ha costruito la fabbrica, ha formato la prima parte del personale previsto, 50 lavoratori, nello stabilimento Tod’s di Comunanza e sta formando gli altri 50. A gennaio, la fabbrica inizierà a produrre a pieno regime, con tutte le maestranze al loro posto e 100 persone che, considerato il momento in cui viviamo, “rischiano” di avere un futuro.

La notizia di per sé potrebbe sembrare un fatto di cronaca da consumarsi in una mezza giornata, invece è la dimostrazione che se un imprenditore fa davvero il suo lavoro, i meccanismi spesso perversi che regolano il mondo dell’imprenditoria, si ritroverebbero perfettamente oliati senza produrre conflittualità. Da questo a far passare Diego Della Valle per il benefattore di turno ce ne corre, però quello che ci interessa sottolineare è il risultato che si può ottenere quando l’imprenditoria va a braccetto con il territorio in cui opera, una sinergia vitale per il mantenimento e la valorizzazione del concetto stesso di Made in Italy.

La fabbrica della Tod’s di Arquata del Tronto produrrà lucro, guadagno, benessere ulteriore per l’imprenditore ma anche una serenità inimmaginabile fino a poco tempo fa, per decine di famiglie. Lasciamo stare i miracoli e le congiunzioni astrali perché in questo caso il discorso è molto semplice, un imprenditore marchigiano che crede nella sua regione, il giorno dopo il terremoto dice: “L’unica maniera che ho di potervi dare una mano è quella di puntare sul vostro futuro”. Potrebbe sembrare il discorso di un cinico inguaribile, visto che si stavano ancora togliendo i morti dalle macerie, eppure è stato l’unico momento sul quale nessuno ha avuto da ridire. E mentre sulle promesse dei leader politici che si sono avvicendati in quei giorni in quelle zone, la gente alzava le spalle e si dava di gomito, sulle parole di Della Valle lo “scarparo”, come lo chiamano con sprezzo i suoi detrattori, nessuno ha battuto ciglio. Lontano da noi il benché minimo tentativo di ingraziarci l’imprenditore di Casette d’Ete, ma almeno per una volta, invece di fucilare alle spalle il malcapitato di turno, vorremmo solo dirgli grazie, a nome di quelle cento persone che avranno un futuro. La presenza del Presidente del Consiglio Gentiloni è stata un bel lancio in vista delle prossime politiche. Ma questa volta va bene così.