Avanti Savoia

di MASSIMO CONSORTI –

Al di là della polemica “Pantheon sì, Pantheon no” (che suona un po’ come “cipolla sì, cipolla no” nella Amatriciana), legata al rientro in Italia della salma di Vittorio Emanuele III a bordo di un aereo di stato, siamo convinti che più di una analisi storica su quanto accaduto nel nostro Paese dalla Prima Guerra Mondiale in poi, conti la consapevolezza del passato di un popolo e la maturità della sua democrazia.

Se dovessimo elencare i “meriti” del Re che lasciò il suo regno e il suo esercito allo sbando, passando attraverso la sottovalutazione del fascismo, le leggi razziali, la protezione a oltranza del Duce dopo l’assassinio di Giacomo Matteotti, l’entrata nella Seconda Guerra Mondiale fino alla fuga vile dell’8 settembre 1943, non ci sarebbe nessun motivo di discussione e la salma del de cuius avrebbe potuto restarse tranquillamente in Egitto. Invece, siccome siamo a Natale e in fondo la bontà ha sempre contraddistinto l’animo profondo degli italiani, le più alte cariche dello Stato hanno consentito ai resti di un personaggio quanto meno discusso, di tornare a casa per essere sepolto accanto alla moglie, nel Santuario di Vicoforte nel Cuneese.

Ma i Savoia, si sa, dinasticamente sono re e a loro la sepoltura in un santuario qualsiasi sta stretta anzi, strettissima; per il loro caro pretendono il Pantheon, dove riposano i padri della Patria e dove, ad esempio a Parigi, riposano gli eroi della Rivoluzione Francese e i martiri della guerra di resistenza nazi-fascista.

Siamo convinti che se questo Paese avesse elaborato il lutto devastante dei crimini commessi prima, durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale, tutto si potrebbe fare perché saremmo in presenza di un popolo maturo, pienamente consapevole della sua storia, forte della sua Carta Costituzionale repubblicana nata proprio dalla lotta al nazi-fascismo.

Invece, purtroppo, i fatti che stanno accadendo, i rigurgiti di un passato che negli anni qualcuno ha tentato di rimuovere, la convinzione di “stare” in una fiction televisiva e non nella realtà, ci rende deboli, ancora attratti da simbologie antistoriche e antimoderne.

Non siamo pronti a fare serenamente i conti con la nostra Storia, figuriamoci con il nostro presente e il nostro futuro. Ultima perla, i Savoia hanno ringraziato “Mattarella” per il volo di stato e per aver consentito la tumulazione di Vittorio Emanuele III in Italia. Notate bene “Mattarella” e non il “Presidente Mattarella”. Per i Savoia, sul loro regno il sole non è mai tramontato e in Italia la Repubblica non è mai esistita.